Abitare lo spazio della produzione

Un parco produttivo della riconversione sostenibile

2012 – Ponte San Pietro (Bg)
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Riusi Industriali 2012. Concorso di idee per la riconversione sostenibile di 3 insediamenti industriali dismessi nella provincia di Bergamo

Roberto Manuelli, Anna Moro, Gianfranco Orsenigo

La trasformazione dell’area Legler, sita nel Comune di Ponte San Pietro, rappresenta una risorsa non secondaria per la riqualificazione del contesto locale più prossimo, al contempo gli elementi in gioco nella trasformazione sono paradigmatici di una condizione ricorrente nel panorama italiano della riconversione del produttivo. Il tema della riconversione di alcune placche produttive obsolete e non più in grado di attrarre attività ed investimenti per le scarse dotazioni offerte spesso infatti si coniuga con temi di salvaguardia ambientale e ricomposizione di sistemi ecologici/fruitivi (legati al tempo libero), in questo caso legato al sistema del fiume Brembo. Inoltre nel caso Ponte San Pietro l’area si pone a cerniera anche tra lo spazio residenziale, dove l’urbanizzato si caratterizzata per unità singole o edifici plurifamiliari di media dimensione (né centro storico, né periferia a sé stante), a cui si sono assommati servizi e spazi dedicati al commercio. Pur godendo di una buona accessibilità alla rete veicolare principale le risorse per il rilancio dell’area sono connesse alla potenziale valorizzazione del sistema paesaggistico ed ambientale del fiume Brembo e la sinergia innescabile con i tessuti residenziali esistenti. Il progetto e la nuova immagine dell’area qui proposte rispondono in primo luogo ai temi dell’ecologia e della sostenibilità ambientale, cercando di dare risposta a questioni quali la compromissione dei suoli, il ciclo della acque, la scarsa attenzione verso l’architettura dell’involucro produttivo. Elementi che sommati connotano le aree produttive in genere, come spazi estranei all’abitare, sottratti alla città. Il recupero degli immobili, i dispositivi tecnologici di riconversione dei suoli e delle acque e la definizione di nuovi cicli energetici mettono allora a disposizione nuovi materiali dello spazio aperto (una “nuova grammatica”), aggiungendo declinazioni diverse degli stessi, a cavallo tra pubblico, collettivo e privato. Lo spazio aperto centrale è il nuovo affaccio su strada che oltre a creare un ponte tra lo spazio del produrre e dell’abitare, si pone come nuova “vetrina” del comparto produttivo veicolando una rinnovata immagine di stretta implicazione tra produrre-innovare da un lato, rigenerare lo spazio abitabile e l’ambiente dall’altro. Da questo punto di vista infatti, la qualità dello spazio aperto è un valore aggiunto capace di attrarre quelle società e quegli investitori che scelgono di associare alla propria immagine spazi curati, piacevoli, in armonia con il contesto e il paesaggio circostante. Il “carattere green”, quel valore aggiunto a livello di marketing di un’azienda, è spesso elemento che caratterizza il brand delle aziende, in particolare per quelle di carattere più innovativo. Ancor più in generale per rispondere alla crisi e al mutare sempre più rapido del mondo della produzione oggi più che mai è necessario accedere a conoscenze specializzate, condividere investimenti per ridurre i rischi e cercare sinergie commerciali e produttive per limitare i costi. Una possibile soluzione a queste esigenze può essere quella di aggregarsi all’interno di un parco produttivo incentrato sull’idea di sostenibilità.