Al centro del progetto proposto c’è l’esperienza della penisola del Plemmirio, dove il faro è un punto di partenza per scoprire le meraviglie della zona. La conversione del faro di Murro di Porco in strutture turistiche è immaginata come un’opportunità per rendere manifeste ed accessibili le ricchezze della penisola Maddalena e dei suoi intorni. Murro di Porco è più di un faro e una ripida scogliera, è un luogo privilegiato dove la storia (dal Mesolitico attraverso la Grecia romana e così via), la cultura e il paesaggio (vegetazione, mare e cielo) potrebbe essere condensato e vissuto sia dai dai turisti che dagli abitanti del luogo.
Per valorizzare e sottolineare questo condizioni eccezionali, abbiamo proposto la creazione di un percorso circolare intorno al faro, camminando sul quale si può sperimentare il paesaggio che cambia come una composizione panoramica senza fine con la stretta relazione tra le diverse parti. Un design leggero ma allo stesso tempo forte
Il percorso è uno strumento che consente di preservare l’unicità del faro e il suo ruolo nel paesaggio, evitando la costruzione di nuovi elementi. Si definisce uno spazio di interruzione mediante due elementi: il cambio della strada diritta esistente che conduce al faro e la definizione del livello al di sopra del quale non viene consentita la costruzione di nuovi volumi autonomi. Ciò al fine di non alterare il rapporto tra il faro e la scogliera
D’altra parte l’anello è un mezzo per strutturare il programma delle attrazioni che si possono trovare nel sito. Walking around i visitatori troveranno delle piastre metalliche con riportate le informazioni degli elementi notevoli del luogo: sul lato esterno i luoghi del sud-est della Sicilia, eccellenze architettoniche, storiche e culinarie, sul lato interno le specie floreali che caratterizzano questo ambito. La vegetazione della parte interna dell’anello viene incrementata con la flora tipica del clima subtropicale arido ed è organizzata come una giardino botanico che ha un fuoco in un centro ospitato in quello che oggi è n rudere posto ad ovest del faro dove verranno visualizzate anche le eccellenze dell’area marina protetta.
La struttura immaginata si rivolge ad un ampio pubblico, un punto di riferimento per chi visita il ricco territorio della Sicilia meridionale e vogliono avere un po ‘di riposo in un luogo pittoresco. Per garantire l’accoglienza di un ampio bacino di visitatori il programma immaginato si articola in modo tale da offrire una serie di servizi e attività autonomi, ma allo stesso tempo messe in relazione attraverso l’anello consentendo loro di lavorare in modo integrato.
Nelle stanze del faro, è immaginata la reception dell ‘hotel, con una confortevole lobby, un luogo di interazione sociale con altre persone che vivono lo stesso viaggio nella regione. Accanto alla reception è posto un ristorante aperto a tutti, non solo per gli ospiti dell’hotel, e un bar alloggiati in un rudere vicino al faro. Questi elementi si affacciano su una nuova terrazza che estende la base esistente con un pergolato per l’ombra ed è definito da un giardino e un piccolo specchio d’acqua. Il progetto conserva gli edifici esistenti senza alterare l’aspetto esterno, ci sono solo due nuove piccole scatole in corten per garantire le aree di servizio necessari.
I due piccoli edifici in rovina (non lontano dal faro) diventano l’occasione per pensare a un piccolo centro legato alla riserva naturale e marina. Gli edifici sono così rovinati che è troppo costoso una loro ristrutturazione, pertanto suggeriscono di incorporare al loro interno una nuova struttura per garantire la loro fruibilità. Per creare una corte interna si aggiunge un nuovo volume, una scatola in corten, che potrebbe essere usato per lezioni e conferenze.
Il suono delle onde, il calore del sole e il paesaggio circostante sono il nucleo attorno al quale sono state progettate le camere. Ciascuna camera è dotata di una vista unica essendo disposte lungo un tratto ad arco morbido dell’anello. Le camere sono ospitate nel tratto in cui è maggiore il divario tra la superficie orizzontale del camminamento e il degradare del suolo. Le camere, disposte in due blocchi, sono collegati ai servizi del faro con percorsi delicati che seguono la pendenza del terreno.
L’interno della camera è organizzato come un unico spazio con una grande finestra verso il mare, mentre i servizi corrono lungo le pareti che separano le camere. Sul lato opposto una finestra guarda verso il faro che suggerisce la sensazione di essere parte di un luogo suggestivo.
L’anello è una infrastruttura tecnica, progettato come una trave cava all’interno della quale passano le reti tecnologiche. Questo dispositivo consente di ridurre al minimo l’alterazione e lo scavo del terreno e di pensare le reti come sistema implementabile e adattabile.
L’ampia superficie del percorso è uno strumento per il sistema di raccolta dell’acqua piovana, un bene prezioso in questo contesto. L’acqua viene raccolta, purificato, e conservato in serbatoi che sono posti sotto il percorso. I depositi e altri locali tecnici sono anch’essi posti al di sotto del percorso. Allo stesso tempo, questi spazi servono come struttura del percorso, evitando altri supporti puntuali.
La manutenzione di edifici esistenti, senza apportare modifiche significative all’esterno e l’uso di sistemi prefabbricati per la costruzione delle camere permettono di riadattarle a nuove esigenze o di rimuoverle lasciando libera la struttura dell’anello.
Questo nuovo segno è concepito come un dispositivo che può aggiungere valore al sito grazie alla percezione eccezionale dell’ambiente e della risorsa di Capo di Murro di Porco.